Perchè non demonizzare i Social e perchè starne attenti nel mondo del CrossFit®
Negli ultimi anni la sensazione è che Instagram e YouTube abbiamo in qualche modo monopolizzato, se così si può dire, la comunicazione in questo sport.
In uno sport in ascesa ma che ancora si può considerare una nicchia in molti Paesi, non è difficile nascondere che canali immediati e di facili accesso come Instagram e YouTube possono spostare mediaticamente le sorti di un atleta verso il successo o verso l’oblio.
Non avendo ancora la potenza necessaria per arrivare ad essere considerato uno sport mainstream, le competizioni di CrossFit®, e tutto il circuito che gravita attorno ad atleti professionisti, hanno una visibilità molto ridotta rispetto ai colleghi di altri sport più blasonati che possono contare su carta stampata, televisoni, pay per view e altro ancora. D’altronde la comunicazione nel mondo del CrossFit® competitivo, mancando di tutta questa pluralità di canali, ha una forma ad imbuto con una forte concentrazione su pochi strumenti.
Da questo scenario, c’è stata quasi una sorta di selezione naturale di questi strumenti, derivata dal corso dei fatti che hanno portato sostanzialmente Instagram, YouTube, e qualche magazine online, ad essere le vetrine principali dove gira tutta la comunicazione.
- YouTube
- Magazine online
Da questa premessa, si comprende come più di 2/3 di quello che accade in questo sport (per quanto riguarda la componente atletica/competitiva) viene canalizzata attraverso i Social Network e YouTube.
Stiamo dicendo di fatto che i Social Media sono praticamente il canale principale di comunicazione verso l’esterno e rappresentano il primo “datore di lavoro” per un atleta che possono decretare se sei “IN o OUT”, se puoi ottenere un certo tipo di sponsorizzazione o meno, se puoi avere accesso ad altri tipo di finanziatori oppure no. Aziende e sponsor che diventano a loro volta per forze di cose esperti di social media prendendo in esame parametri come l’Engagement più che la quantità di totale follower, numero che interessa fino ad un certo punto.
L’importanza dei canali Social nel CrossFit®
La vita da atleta non è tutta lineare, rosa e fiori come spesso può sembrare o come sempre deve apparire. La gente vuole vedere la fatica, vero, ma vuole vedere i tuoi successi. La professionalità non necessariamente è sinonimo di gelida perfezione e non per forza deve raccogliere il consenso di tutti indistintamente e più si amplia l’audience e più il fenomeno è invasivo.
L’importanza teorica data a questi Social Media espone gli atleti a vari interrogativi.
- Cosa mostrare?
- Come usarli?
- Quanto sfruttarli?
- Come e se interagire con i propri seguaci?
- Come sfruttarli per attirare sponsor senza essere troppo con le mani legate?
Mostrare sempre la versione migliore di se sembra essere la strategia più utilizzata ma non sempre paga al 100% perché semplicemente non può essere la verità. Mai dimenticarsi dell’identità propria che nasce non soltanto da “come mi vedo io” ma deriva anche da come ci vedono gli altri che in qualche modo rinforza ciò che siamo o che crediamo di essere.
Emma McQuid è intervenuta sul tema recentemente con un post molto seguito proprio su Instagram, a riprova del fatto che per comunicare un disagio si usa oramai la stessa piattaforma che il disagio l’ha alimentato confermando l’importanza di questo canale.
Pone però l’accento sull’importanza che viene data proprio a questi canali che mettono sotto pressione gli atleti che sono costretti, in qualche modo, a costruire un “personaggio” e a mantenerlo nel tempo.
Se poi fallisci ci sarà sempre qualche haters pronto a darti contro, se fai bene ci sarà sempre lo stesso haters che costruirà illazioni sul modo in cui sei arrivato al successo. Vengono poi tirati in ballo i coach che svolgono indubbiamente un ruolo importante, non solo da un punto di vista di preparazione atletica ma da un punto di vista mentale. Saper accettare un momento di difficoltà, saper accettare un momento di stand by (vedi Haley Adams o Mallory O’Brian) è importantissimo e fa onore.
Se da un punto di vista puramente sociale e umano, tutto ciò può sembrare un tritacarne, è indubbio che attualmente i Social&Co sono la vetrina principale per chi fa l’atleta professionista (oltre al campo gara).
La potenza di questi canali è devastante e può permettere di arrivare laddove non si arriverebbe mai se non esistessero e soprattutto con una certa velocità. E’ indubbio che se da una parte toglie qualcosa, è altrettanto indubbio che è fondamentale saper gestire questa componente per sfruttarla nel migliore dei modi a proprio vantaggio.
Saperci convivere fa parte del gioco di un personaggio pubblico e di un atleta professionista così come essere consapevoli che possono arrivare critiche o haters ed essere consci che più si alza il livello e più ci sarà aspettativa e challenging sotto ogni punto di vista. Saperci convivere non significa essere felici degli ingranaggi che regolano a volte questo mondo ma accettarli e, perché no, sfruttarli a proprio vantaggio.
Ogni sportivo ha i suoi successi e insuccessi e più si è esposti mediaticamente e più bisogna accettare le regole del gioco. Anche uno come il tennista Fabio Fognini, non certo esempio di self control sul campo, ha fatto tesoro di questo aspetto tanto che nel 2022, dopo un match perso malamente al torneo di Sofia, dichiarò su Instagram:
Ovviamente tutto deve essere nel rispetto dell’educazione e della legalità senza insulti.
Siamo nell’era “…nel bene e nel male, purchè se ne parli“, che piaccia o meno è così.