Considerazioni sui primi venti classificati, cat. Individuals, ai CrossFit® Games 2023 con focus su tutti gli italiani in gara.

Individual Women

  1. HORVATH 10: Vince e convince, ma fa più fatica del previsto. La aspettavamo vincente su ogni wod, ci è andata vicina ma le americane non hanno mollato nulla. In ogni caso rispetta il pronostico, e porta il titolo in Europa dopo diversi anni. Il terzo posto alle semifinals era un evidente false friend: questo era l’anno di Laura! PREPOTENTE
  2. LAWSON 8,5: per età, spensieratezza, e completezza può dominare il CrossFit® per i prossimi 15 anni. Le manca la predominanza fisica della Horvat, ma compensa con un motore pazzesco, una tecnica sopraffina e soprattutto una concentrazione mostruosa. FUTURO
  3. LOEWEN 9: di gran lunga la meno attesa sul podio, mette in piedi una prestazione straordinaria per tutto il weekend. Gli addetti ai lavori rumoreggiavano e si aspettavano che mollasse, ma lei alla fine non solo ha retto ma è parsa averne ancora. The Fittest Mom on Earth. WOMEN POWER
  4. MIGALA 7,5: chiude quarta, un risultato a sorpresa per quello che si è visto a Madison, considerando che conduce una gara costantemente in sordina, in cui il miglior risultato è un terzo posto sull’ultimo wod. La posizione conclusiva è un premio alla costanza, anche se dalla vincitrice europea ci aspettavamo qualche guizzo in più. TRATTORE
  5. GAZAN 7,5: una bella sorpresa, atleta sottovalutata nonostante abbia vinto i semifinals e nonostante fosse alla seconda partecipazione. Protagonista di una delle scene che rimarrà più iconica di questi Games, la spinta della slitta con le scarpe infilate a metà sul Wod 3 – The Alpaca Redux, dà l’impressione di volere far parlare di sé ancora a lungo. Vince il premio di miglior crescita da un anno all’altro, meritato. NEVER GIVE UP
  6. RAPTIS 7,5: quinta ai semifinals North America East, che nonostante fossero quelli che davano 11 posti contro i 10 dell’Ovest, risultavano un po’ meno competitivi a livello di grandi nomi. Sul floor di Madison però si presenta un’atleta matura, completa, mentalmente molto più forte che in passato (come per altro da lei stessa ammesso). Un’altra americana che tiene altissima una bandiera che pensavamo a mezz’asta con l’abbandono di Mellory O’Brien. CAPITANO
  7. DAVIDSDOTTIR 5: primo voto da unpopular opinion. Sì, lo so che è fra le più esperte, che è sempre un leone, che è settima al mondo dopo l’esclusione dell’anno scorso, eccetera eccetera. Il problema è che Katrin non è cresciuta di una virgola: stando con HWPO ha aumentato in modo esponenziale la sua forza e la sua resistenza, già di per sé al limite dell’umano, ma non ha saputo lavorare sulla gestione del WOD, per altro una delle caratteristiche migliori del mentore Mat Fraser. Di tutte le atlete nella top 20 (o nella top 40?) è quella che più di tutte dà l’impressione di non sapere cosa fare: parte fortissimo su tutti i workout, e poi, matematicamente, crolla sul finale. Il che è un vero paradosso perché, se lavorasse su questo aspetto, probabilmente rivincerebbe i Games a mani basse, considerando che con questa gestione pessima chiude settima. Forse gli serve un ripasso sul concetto di Pacing con Matteo Fuzzi? TEENAGER FOREVER
  8. CARY 6,5: dopo aver vinto i suoi semifinals (NA East) parte molto bene anche qui ma pian piano esce dalla lotta per le primissime posizioni. Dimostra di essere un’atleta completa, ma non ruba l’occhio e forse non ha il volume di lavoro necessario a stare davanti, almeno per ora. RIMANDATA
  9. BRANDON 5: ancora una unpopular opnion su un’altra delle atlete più amate del floor, a tutte le latitudini. Danielle spreca letteralmente l’anno della consacrazione. Doveva essere l’americana di riferimento, finisce sesta fra le connazionali e solo grazie alle sue competenze di ginnastica, dimostrando forse di aver lavorato poco e male su quelle che sono storicamente le sue lacune. Nona al mondo non è male, ma si poteva e doveva fare di più. Tanti la davano per vincente, posso solo dirvi “ve l’avevo detto”. DEPOTENZIATA
  10. POWERS 7: sesta a Est nelle semifinali, decima overall a Madison, con un terzo posto, due quarti posti e solo due volte fuori dai primi 20. Il risultato è perfettamente in linea con il suo stato di forma: non poteva competere per vincere, ma è un’atleta completa e focalizzata, decima Fittest on Earth, nulla da aggiungere. COERENTE
  11. TALL 6: potenziale enorme, risultato che fa un po’ storcere il naso. Dopo il quarto posto alle semifinali in Europa, chiude come terza europea a Madison ma undicesima overall, nonostante la vittoria in un wod complicato come Alpaca. Un po’ il contrario di quanto detto per Migala: tanti guizzi, poca costanza. RIVEDIBILE
  12. ROLFE 7: dopo la cocente delusione del 2022, dove uscì per un grave infortunio a metà del primo wod, Emily arriva sul floor con la voglia di spaccare il mondo. Fenomeno sull’atletica, vince i 5k run (4,5?) con un tempo olimpionico, e poi lotta sempre fra le prime. Il dodicesimo posto è figlio soprattutto dei suoi limiti sui pesi pesanti, se dovesse crescere anche in questo aspetto potrebbe competere per i primi 5 posti 2024. ROLFE THE WOLF
  13. THORISDOTTIR 7: dopo il secondo posto in Europa chiude come quarta europea a Madison, tredicesima overall. Gli anni passano anche per Annie, che però dimostra (a differenza della connazionale Davidsdottir) di avere una capacità di gestione personale e del wod davvero notevole. È emozionante come sempre, anche quando il suo fianco fa i capricci (dopo il secondo snatch dell’Olympic Total) e lei prima si arrabbia ma poi reagisce col sorriso e va avanti; non è un caso se è amatissima dal pubblico di tutti i 5 continenti. NEVER BACK DOWN
  14. FREYOVA 7: una delle mie atlete preferite sul floor di Madison, quest’anno mi aveva rubato l’occhio a Berlino e l’ho seguita con simpatia. Mai a rischio Cut, mi aspettavo forse qualche emozione in più, ma è costante e merita ampiamente la quattordicesima posizione, più vicina ad Annie che la precede che a Bethany che la segue. Ormai alla quarta partecipazione ai Games, (ventunesima, ventesima e due volte quattordicesima) probabilmente questo è il suo massimo livello, ma lo tiene. BRAVA
  15. FLORES 7: torna a Madison con un nome nuovo (i più attenti la ricorderanno come Bethany Shadburne) per la sua sesta partecipazione. Si conferma ai suoi livelli di sempre, atleta da quindicesima posizione. Non è facile reggere a questi standard per dieci anni. PREMIO ALLA CARRIERA
  16. KERSTETTER 8: la Rookie of the Year 2023 non è proprio una Rookie: lo scorso anno è stata Fittest on Earth nella categoria Teen, dove era stata dominante. È giovanissima, è fortissima, ha un fisico potenzialmente paragonabile a quello di Laura Horvat e un futuro altrettanto radioso. Il tempo ci dirà se diventerà una leggenda, per il momento abbiamo potuto goderci un’atleta davvero completa. THE FUTURE IS NOW
  17. SIMMONDS 7: la neozelandese era in forte crescita sabato, passa il cut come 16esima (se non ricordiamo male) ma poi è costretta al ritiro domenica mattina a causa di un fastidio al gomito dopo il massimale di Snatch. Per come l’avevamo vista, poteva chiudere molto bene, peccato sia andata così. La aspettiamo l’anno prossimo. SEE YOU NEXT YEAR
  18. SEMENZA 6,5: quarta partecipazione e miglior risultato personale di sempre per Paige, che però chiude con una sola presenza nelle prime dieci (nona allo Ski-Bag). Ci vuole tantissima testa per combattere sempre senza il supporto psicologico di qualche singolo risultato eclatante ed esaltante, quindi grande onore a lei: stare nelle prime venti è il suo, meritatissimo, premio. CONCENTRAZIONE
  19. NEAL 6,5: se Paige ci ha colpito per la sua solidità, cosa dovremmo dire di questa ragazzina che, da rookie, dopo i primi cinque wod da montagne russe (30esima, 19esima, quarta, 35esima, 39esima) decide che il tempo dell’imbarazzo è finito e si stabilizza fra la dodicesima e la diciassettesima posizione senza più mollare di un centimetro? Se l’imbarazzo dell’esordio sarà definitivamente superato, sentiremo a lungo parlare di lei. “SHELBY” GREAT
  20. FULIANO 9,5: difficile dare un voto diverso a Elisa, perché per noi, per l’Italia, per l’atleta che è, che è stata e che potrà essere, per il suo coach, insomma per tutti, ha scritto la storia. Ha portato il Paese con una delle minori percentuali di iscritti agli Open rispetto al numero di box a competere per due anni di fila sul massimo palcoscenico mondiale. A livello di prestazione ha commesso pochissimi errori (per questo non le diamo il massimo dei voti possibile), cui ha rimediato con una capacità di restare focalizzata piuttosto fuori dalla norma. Limando pochissimi dettagli, avrebbe potuto chiudere sedicesima, e se non lo ha fatto è perché lo sforzo mentale per entrare nel secondo cut è stato devastante. Ha il grandissimo pregio di non pretendere tutto e subito: si sta prendendo la ribalta mondiale in modo controllato, con una crescita costante e graduale che le permette di mettere basi solide e su quelle costruire il futuro. Per come la conosciamo, sappiamo che la aspetta un altro anno di focus totale, un anno di fatiche e rinunce, di lavoro costante, ma adesso sa come si fa e sa che ce la può fare. E poi, comunque vada, ha scritto la storia. EPOCALE

Individual Men

  1. ADLER 10: prestazione in crescendo, dopo una stagione davanti a tutti sempre. Incoronazione meritata, un percorso iniziato nel 2016 come volontario e concluso nel migliore dei modi con una vittoria che non lascia spazio a nessuna recriminazione: nemmeno un Khrennikov sano, probabilmente, sarebbe riuscito a fermarlo. PERFETTO
  2. VELLNER 7,5: chiude secondo, probabilmente terzo senza l’infortunio di Roman. Come ogni anno parte male e risale con una costanza e una maturità pazzesca. Quasi dieci anni di carriera sempre a livelli altissimi, forse quest’anno avrebbe dovuto vincere per mettere la ciliegina sulla torta. PECCATO
  3. KHRENNIKOV 8: l’infortunio probabilmente edulcora un finale che sarebbe stato molto amaro perché, dopo aver chiuso con 105 punti di vantaggio sul secondo il venerdì, butta letteralmente via una vittoria che sembrava scontata. Stoico quando resiste all’infortunio, emozionante e buono come sempre, amato al di là di ogni politica da tutto il pubblico e tutti gli addetti ai lavori, l’anno prossimo deve tornare e vincere. UNICO
  4. FIKOWSKI 8: nell’ultimo wod butta via l’opportunità di chiudere sul podio, ma chiude nei primi 4 per la quinta volta in otto partecipazioni. Il voto è alla carriera. ETERNO VINCENTE
  5. PEPPER 8: primo statunitense in classifica, fa una prestazione esaltante in moltissimi wod. È distante dai primi quattro, almeno per ora, ma mostra al mondo di meritare gli occhi addosso. PRESENTE
  6. KOSKI 7,5: è nel suo quando c’è da correre e mettere il fiato, ma è cresciuto in tutti i fondamentali. Probabilmente è un po’ timido e questo lo limita più di quanto non faccia il fisico, se tira fuori il carattere ha tutte le carte in mano per combattere per il podio. CORAGGIO!
  7. SMITH 7,5: un vero peccato. Chiude secondo il venerdì, ma forse ha dato troppo per riuscire a reggere e finisce scavalcato da chi ha saputo gestire meglio le forze. Il ritorno è comunque in grande stile: istrionico come sempre, straripante fisicamente, weekend da protagonista. MIAMI VIBES
  8. CROUCH 8: ottima prestazione, anche se un po’ altalenante nel corso del weekend. Va sempre all’attacco, chiude in crescendo e con tutto il pubblico dalla sua. Ottavo posto inaspettato ma meritatissimo, è il numero dieci del CrossFit®, fantasista e divertente. “JAY JAY” CROUCH (citazione per calciofili)
  9. DUKIC 6: non posso nascondere un filo di delusione. Chiude primo degli europei, come da semifinali, ma fa una fatica mostruosa. Prova a partire forte ma poi resta indietro. Strappa la sufficienza perché non molla mai e alla fine si prende il nono posto di prepotenza. MOLA MIA
  10. HOSTE 8: fra gli uomini, meritava il premio di Rookie dell’anno. Tutto il weekend nei primi dieci, l’impressione è che alla fine paghi lo scotto dell’esordio, perché fisicamente sembra averne di più di quanto non metta sul campo. È enorme, ma non è per niente limitato nella ginnastica. Fra gli europei è di gran lunga il più convincente. HOSTE-REICH
  11. GUDMUNDSSON 8: un dolore alla schiena lo ha flagellato tutta la stagione, ma non ce ne saremmo accorti se non fosse che all’Olympic Total ha sollevato quanto un qualunque dummies at the box. Per il resto del weekend è il solito vichingo inarrestabile, adorato dalla folla e temuto da tutti su ogni wod. ODINO
  12. MARTIN 7,5: altra bella sorpresa. Se la gioca su ogni wod e non molla per tutto il weekend. La posizione finale è forse il massimo a cui poteva ambire, il che significa che ha lasciato tutto sul floor. CHAPEAU
  13. MEDEIROS 5: ahi ahi Justin, il 2023 non è stato il tuo anno. I rumors che fosse in una forma non così dominante c’erano, purtroppo li ha confermati. Oggettivamente, prestazione anonima, degna di nota solo per il nome che porta sulle spalle. CI VEDIAMO L’ANNO PROSSIMO
  14. MOORAD 6,5: sempre sul pezzo, è un altro che non può ambire ai primi posti ma che dimostra di essere comunque un atleta perfettamente adeguato al contesto. Chiude secondo l’Helena e sta fuori solo tre volte dai primi 18, tantissima roba. FORTE
  15. KWANT 6: parte malissimo, deve lottare fino all’ultimo wod per rientrare nei cut. Non nego che mi aspettavo molto di più da Samuel, che alla fine si prende la top 20 di pura esperienza, ma palesando una forma inferiore agli ultimi anni. KWANTA FATICA
  16. OHLSEN 6,5: Noah non tradisce mai, ma si vede che è arrivato a fine corsa. Rischia poco, si gestisce, ne esce una prestazione che gli permette di essere il solito protagonista positivo: porta l’acqua, aiuta i volontari, incita il pubblico, emoziona e si emoziona. L’anno prossimo ci proverà in team. FRONING TO BE
  17. PANCHIK 6,5: il fratellino è diventato grande. Senza la presenza ingombrante di Scott, Spencer viene fuori molto bene e tiene alta la bandiera Panchik su Madison. Alla lunga paga un po’ e finisce più indietro di quanto non pensassimo durante la gara. PAN-CHICK
  18. MERTENS 6,5: con quel fisico, lascia sempre il dubbio su come possa fare quello che fa, ma alla fine Colten è sempre là davanti. In un anno di workout per gente enorme, sfrutta bene tutte le finestre aperte nei wod di questi Games e riesce a rimanere nei 20. BIG COLTEN
  19. MATHEW 5,5: dopo lo scorso anno, ci aspettavamo di più. Forse i workout lo penalizzano un po’, ma ci è sembrato sgonfio dopo l’esordio glorioso del 2022, quando fu nominato Rookie of the year.  Forse aver tolto i Croptop gli ha tolto energia? SANSONE
  20. UPENIEKS 5,5: altro atleta che seguo con particolare simpatia, non mostra nulla di quelle che sono le sue caratteristiche, soffrendo in tutti i wod. Strappa il pass per la giornata finale con un colpo di reni, ma poi nei tre workout mostra di essere lontano dagli altri 19. Onore a lui, comunque, per la carriera e la costanza. VENTESIMO

Le pagelle degli altri italiani in gara ai CrossFit Games 2023

SILVESTRO 8,5: è ufficialmente iniziata l’era Silvestro. In una categoria difficilissima da interpretare a causa delle differenti patologie che colpiscono gli atleti, Antonio porta a casa un quarto posto mondiale che ha tantissima storia dietro e davanti. Dietro, gli anni di lavoro e riabilitazione, di dolore e sacrificio, in un contesto nazionale in cui ti impediscono di fare lo sport pure se sei sovrappeso, figuriamoci se hai una disabilità. Il ragazzo non si è mai dato per vinto, e non si crea alibi nemmeno sul floor, arrivando fino al massimo palcoscenico mondiale. A livello di gara, patisce esattamente quello che ci aspettavamo patisse, ovvero l’inesperienza alla gara, che qui costa ben più di qualche punto. Abbiamo però esempi ottimi in casa (Elisa Fuliano, ma anche Zenoni) di come il primo anno serva principalmente a rompere il ghiaccio, a capire dove si è atterrati, come base su cui costruire un futuro. Il duro per Silvestro e coach Tammaro viene adesso: non considerarsi arrivati, ma proseguire sul percorso tracciato, con perseveranza e cazzimma. BUILDING THE HERO

SCHIATTI 8,5: Gerardo ha lavorato per anni in silenzio, fino a che non è arrivato il suo momento. A sessantatré anni arriva a Madison con la serenità di chi ha lavorato una vita per esserci, ma con la consapevolezza di avere molto da dare. Atleta maturo non per questioni anagrafiche ma per capacità di gestione, dimostra spesso di non peccare di quella voglia di strafare che colpisce i crossfitter di ogni età. Con il suo passo, la sua concentrazione e il suo metodo, chiude tutti i wod, senza mollare di testa dove è dura e senza esaltarsi dove va alla grande. Non sappiamo che programmi abbia per il futuro, ma il presente ci ha donato un grande atleta e un grande esempio. GER-IATRICI SARETE VOI

DI SALVATORE 8,5: un altro esordiente che sogna di calcare a lungo questo floor. Il peccato più grosso di Andrea è quello di aver sottovalutato l’esperienza di vita, di non aver sfruttato a pieno l’occasione di godersi il palcoscenico perché troppo orientato al risultato di quest’anno e dei prossimi. Questa è, allo stesso tempo, la sua grande forza: non si accontenta mai e già sta rimuginando sugli errori e lavorando per limarli. Ad Andrea dico quello che ho già detto dal vivo: il primo anno serve solo come punto di partenza per il secondo; è l’anno in cui metti in cascina esperienza, capisci la strada da percorrere e il lavoro da fare. I Games portano sul campo gara solo atleti completamente preparati, sotto ogni aspetto: nessuna esperienza pregressa è sufficiente a farti arrivare preparato al primo anno. La strada è però tracciata: l’unica forza necessaria, adesso, è quella di percorrerla. WHATEVER IT TAKES

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