Finisce la prima edizione di Battledrome con moltissime luci e altrettante conferme dagli atleti in gara
È stata la prima edizione, ma Battledrome ha decisamente funzionato, soprattutto se consideriamo la portata dell’evento, che si era riproposto di essere innovativo e sopra le righe.
Innovativo lo è stato di certo, introducendo due novità che non si erano mai viste sul floor:
- il DROME, ovvero il floor ottagonale
- le BATTLE che introducevano al workout.
Due aspetti da analizzare: l’Ottagono e le Sfide 1to1
Se non sempre tutte le ciambelle escono con il buco, il drome sì ed è stato davvero una cosa unica, piaciuta a pubblico e atleti in egual misura, capace di gonfiare l’aspettativa e la voglia di competere dei partecipanti. Veramente spettacolare sia per chi ha gareggiato, sia per chi ha assistito.
Sono tanti gli atleti che ci hanno confermato, sia nel dietro le quinte sia nelle interviste, che il format dell’ottagono è stata una delle cose più esaltanti della tre giorni di Battledrome. Quasi un peccato che fosse previsto solo per la finale.
Diverso, o meglio controverso, invece, il risultato delle Battle, un colpo al cuore per me che ne sono stato il primo ideatore: è un format che ha potenziale ma va sicuramente rivisto.
- Quello che non ci aspettavamo, come ha giustamente sottolineato Alessia Federiconi nell’intervista di chiusura evento, è che alcuni atleti in alcuni specifici momenti decidessero in modo strategico di non competere nella Battle: questo ha un po’ sgonfiato l’hype, sebbene sia stato interessante vedere come ciascun atleta decideva di gestirsi.
In ogni caso nulla, intendiamoci, è stato fatto contro il regolamento, ma ognuno ha sfruttato la possibilità delle battle come meglio ha creduto.
Inoltre, gli organizzatori ritengono che sfide così brevi siano squilibrate e testino gli atleti troppo poco per poter avere un reale peso sulla classifica.
- Do il mio parere, per quello che può valere: le battle DEVONO incidere in modo decisivo sulla gara, in modo che nessuno possa tirarsi indietro.
Quanto al livello di test per l’atleta, devono essere complete (quindi mettere alla prova su diversi fondamentali) nel loro insieme, non in ogni singola battaglia: ci saranno quelle che premiano più un certo tipo di atleta e quelle che premiano più altri, ma questo è insito nella natura del CrossFit®.
Di certo, dal nostro punto di vista, Battledrome non può permettersi di toglierle già al secondo anno: sarebbe una dichiarazione di sconfitta che dimostrerebbe ancora una volta che non si può cambiare il solito trantran, come tanti dinosauri continuano a sostenere.
Considerazioni generali di una gara divertente e ben riuscita
Battledrome è stato, come detto, anche sopra le righe: l’organizzazione ha riproposto in (molto) piccolo il modello di village che abbiamo visto ai CrossFit® Games con i nostri occhi, con un campo gara esterno e uno all’interno del palazzetto, e in mezzo l’area Vendor. Strategicamente la posizione dell’area vendor è stata messa tra il warm up e il campo gara.
Da questo punto di vista, organizzazione ai limiti della perfezione, con pochi nei: sul campo esterno mancavano le casse il primo giorno (e quindi musica e speaker) mentre su quello interno purtroppo non si poteva droppare. Tutti dettagli facilmente risolvibili in una seconda edizione.
Dal punto di vista dei partner commerciali, della vestizione degli addetti ai lavori e degli spazi, dell’area warm-up e dell’intrattenimento, mi sento di dire che non si è praticamente mai visto nulla di simile in Italia.
Anche i workout, al netto delle perplessità già evidenziate sulle battle, sono stati disegnati veramente bene: tanto CrossFit® tradizionale con una buona dose di novità (un esempio fra tanti, la heavy rope, guardate l’intervista che abbiamo realizzato al brand che la distribuisce in Italia) e una richiesta di skill di alto profilo per tutte le categorie.
Sono mancate le kettlebell e i box jump, due elementi che ormai si trovano sempre meno sui campi gara (e che a me mancano un po’!), ma tutto il resto è stato testato.
Da migliorare, probabilmente, la gestione della logistica: un evento del genere ha bisogno di tantissimi volontari, e invece in alcuni frangenti erano decisamente pochi, per quanto assolutamente super volenterosi. Questo ha obbligato tutti gli operatori (media, giudici e sponsor) a dare una mano, il che ha da un lato dimostrato un’ottima comunione di intenti ma allo stesso tempo ha evidenziato una evidente lacuna. Coloro che c’erano però hanno dato il massimo e fatto molto bene, instancabili, mai fermi: hanno montato, smontato e rimontato un Rig in una notte per costruire l’ottagono – davvero un grosso lavoro, quindi bravi!
Siamo certi che, dopo la prima edizione, anche l’appeal in questo senso crescerà in modo esponenziale.
Chiudiamo con la vera nota dolente: il pubblico.
La gara ha avuto gli spalti quasi sempre pieni, e complessivamente tantissima gente ha bazzicato il village, tuttavia la sensazione è che i presenti siano sempre prevalentemente i parenti e gli amici degli atleti. Nulla di male, sia chiaro, ma questo tipo di pubblico finisce per essere troppo legato all’evento del singolo: quando ha finito il competitor che accompagnano, finisce la partecipazione.
Il problema non è di Battledrome né del pubblico che è venuto a vedere l’evento, ovviamente, ma è un tema più ampio.
Praticamente TUTTE le gare italiane, europee e mondiali fanno ancora molta fatica ad attrarre un vero pubblico. È l’intero mondo CrossFit®, secondo noi, che deve interrogarsi su come fare ad attrarre più persone, e a tenerle dentro i palazzetti durante tutta la giornata, se non per l’intero weekend.
Sicuramente Battledrome, con gli spettacoli degli artisti e i vari momenti di Gala, ha provato a tracciare una strada nuova. Non è ancora l’alchimia giusta, ma la strada se non altro è stata intrapresa, e ancora una volta tentare di andare oltre il solito è una grande vittoria di questa gara.
Entertainment oltre alla gara
A cosa ci riferiamo in particolare? Parliamo dello spettacolo che è stato organizzato a completamento della gara, e in questo gli organizzatori decisamente non hanno tradito le aspettative: Entertainment allo stato puro. Uno sforzo per intrattenere sempre il pubblico, dal commento sul divano di Roberto Allievi e Danny Lazzarin fino agli intermezzi con uno spettacolo di majorette e clown, e tantissimi mini eventi all’interno dell’area vendor.
Il nostro magazine è orgoglioso di essere partner di eventi che sfidano lo status quo e provano nuove strade. Noi per primi stiamo in ogni modo cercando di far crescere la visibilità e la credibilità dello sport che amiamo con passione e coinvolgimento.
E allora, non potete far altro che continuare a seguirci e continuare a sostenere le gare come Battledrome!
Classifica Categoria Elite e qualche spunto di riflessione
Se abbiamo avuto molte conferme dal punto di vista della gara, ne abbiamo avute ancora di più dagli atleti più noti.
Spezziamo una lancia per Emanuale Biviano che ha tenuto testa ad un atleta Games quale Enrico Zenoni vincendo tutti i workout della prima giornata: in attesa di partire per Miami dove il Bivio starà per 3 mesi ad allenarsi a Peak360 (il box dove si allena Noah Ohlsen), abbiamo visto una gara veramente combattuta e mai scontata. Emanuele ha probabilmente patito un certo grado di inesperienza, non in assoluto ma proprio nello scontro diretto con Enrico: si è percepito un livello di capacità di gestione dello sforzo prolungato che a tutti gli atleti italiani ancora manca. Peccato, per altro, non avere avuto Augusto Gesso al massimo: viene da tanti weekend di gara consecutivi, l’abbiamo visto un po’ stanco. Menzione d’onore anche per Michele La Mura, partito male ma con una chiusura davvero spettacolare, in particolare in finale, dove è rimasto fino all’ultimo in lizza per il gradino più alto.
Tra le ragazze Elite vittoriosa Martina Forino, ennesima dimostrazione del fatto che il Team di Balck Samba sta facendo un lavoro pazzesco, come testimoniano le recentissime conquiste di Valentina Magalotti (qualificata per Dubai, Woodapalooza e Fall Series Throwdown, per non farsi mancare nulla).
Martina ha avuto due concorrenti molto agguerrite: Rachele Brambilla e Elettra Sirotic. Le ragazze, tutte, in tutte le categorie, si sono dimostrate veramente competitive. Nessuna si è tirata indietro, mai, dimostrando una voglia di lottare e una grinta di arrivare che ci fa immaginare un futuro ricco di tante altre Elisa Fuliano!
Classifica ELITE W
Classifica Elite M
Le foto di Dummies at the Box by Lorenzo Boccalari
Pic: Lorenzo Boccalari Photographer for #dummiesatthebox