Se c’è qualcosa che poteva andare storto, il tempo ha fatto di tutto per non aiutare le sorti di un week end dolce e amaro

La terza edizione di Battledrome Championship, CrossFit Licensed Event, si conclude in anticipo rispetto alla timeline in quanto la finale non è stata fatta.

Troppa la pioggia che ha perversato su Milano. Troppa anche per le limitate tettoie del Velodromo Vigorelli che comunque hanno consentito in qualche modo di far concludere almeno il workout 5 del Complex di Squat Clean e Hang Squat Clean.

Battledrome è destinata a far parlare di sé dalla nascita del format di 3 anni fa, la cui prima edizione si svolse nel palazzetto del centro Pavesi proprio non troppo lontano dal Vigorelli divenuto poi la casa ufficiale dal 2023. Le Battle one to one allora non avevano riscosso quel successo sperato. Il campo gara non ‘droppabile’ aveva limitato alcuni workout e altri aspetti che poi hanno portato alla ricerca di una nuova, spettacolare location e ad un leggero cambio di format mantenendo l’ottagono (Drome) nelle finali.

Il Velodromo, storico impianto milanese, offre uno scenario unico in Italia e in Europa, un campo gara enorme dove poter far avanzare gli atleti secondo il tipico stile che si vedeva ai CrossFit Games fino allo scorso anno. Bei ricordi anche per noi al Rogue North Park di Madison avendo assistito da bordo campo come Media Press. Amen.

Di contro è noto che Milano non offre particolare stabilità col meteo e il rischio di incappare in giornate uggiose e piovose è molto alto senza contare che negli ultimi anni le giornate uggiose si sono spesso trasformate in veri e propri tifoni e allagamenti. E così è stato in questo week end.

Il recap di Battledrome, edizione tra sole e pioggia inizia proprio dagli allagamenti che hanno contraddistinto la prima parte della giornata di venerdì. Un Day 1 iniziato con molti imprevisti a partire dagli spogliatoi allagati, dai cavi del video-wall corrotti e dai problemi che i montatori hanno avuto con la conseguenza che l’assemblaggio del Rig, tra partenze e frenate, si è concluso giusto in tempo per i workout che ne prevedevano l’uso (al netto del Wod 1 Amanda come vedremo dopo), compreso quello dell’area warm up.

La gara inizia regolare la mattina alle 10.40 circa con gli Elitè chiamati a svolgere 5/4K Row in un workout Zero previsto solo per questa categoria. Una scelta, quella degli organizzatori, per testare ancora di più la categoria in questione.

La ripresa della pioggia post Wod Zero presenta già una prima decisione da dover prendere per il successivo Workout. Qualsiasi movimento di ginnastica è da escludere e i Ring MU in “Amanda 25” vengono sostituiti da Burpees Over the Bar per tutti. Togliendo una high skill, pur mantenendo gli Snatch, assistiamo ad un workout veloce e comunque avvincente con un naturale livellamento dei tempi.

Finisce la pioggia e fortunatamente si riesce a concludere il montaggio di tutto il “castello” compreso quello in area warm-up. La gara riprende regolare per tutti fino alla sera.

Sabato è la giornata migliore per quanto riguarda le condizioni meteo e assistiamo ai workout così come pianificati e pensati.

Proprio sui workouts si sono puntati i riflettori e le attese. Venendo dall’esperienza dello scorso anno dove avevano raccolto qualche perplessità tra poco volume di lavoro e skills non proprio accessibili a tutti, quest’anno i wod hanno riscosso un buon successo e i favori della maggior parte degli atleti con cui siamo venuti in contatto.

Tra tutti, il Wod 3 è stato quello che ha portato le maggiori difficoltà. In molti si sono impiantati già alla Heavy Rope e in pochi, molti pochi, riescono a chiudere le 30 yard in HSW:

50 CHEST TO BAR
80 HEAVY ROPE DOUBLE UNDER
30 YARDS OVERHEAD WALKING LUNGES
20 DEADLIFT
30 YARDS HANDSTAND WALK
RUN TO THE FINISH LINE

Al netto delle rivisitazioni in corsa che ne hanno minato chiaramente le idee originarie, anche se solo in parte visto che solo un wod è stato realmente modificato e un’altro ha subito un decremento dei pesi sulla Slitta, i test sono parsi ai più proporzionati, divertenti e con un bel volume di lavoro. Come Vincenzo Di Meo, co-designer dei wod di Battledrome, ha sottolineato ai nostri microfoni, non è facile strutturare dei wod per una gara complessa come questa.

Le necessità di proporre prove con volumi non risicati, divertenti e che sfruttino il campo gara in tutta la sua interezza (il floor più lungo d’Italia) si scontrano con le esigenze delle timeline e con le necessità del comparto giudicante che deve validare le proposte secondo numerosi fattori tra cui giudicabilità, timeline, logistica a disposizione sia come mezzi che uomini…

Bravi tutti, la proposta dei workout è l’aspetto che più ha convinto in questa edizione e il vero passo in avanti rispetto allo scorso anno.

LEGGI QUI TUTTI I WORKOUT DI BALLTELDROME 2024

La giornata di sabato scorre via liscia e iniziano a delinearsi gli atleti che hanno le carte in regola per giocarsi una posizione da podio. Da segnalare qualche problema di troppo con gli ergometri in linea generale. In particolar modo con i pedali delle Assault Bike. Impeccabili i giudici e lo staff dei volontari che hanno corso come dei dannati per sostituirle in un lampo laddove necessario.

Una nota di merito va a Federico Fusaglia che ha guidato la squadra di volontari come storage manager sul floor. Ha fatto decisamente gli straordinari esattamente come tutto il comparto Judge che ha lavorato con imprevisti e condizioni sempre instabili.

Parlando degli Elite, categoria femminile, assistiamo ad una bella battaglia tra Silvia Licchelli, Anita Cantini ed Evelin Meler. La prima in netta crescita in questo ultimo anno, basti pensare che la scorsa edizione partecipò da Intermediate. Battaglia che poi si è protratta fino alla fine con Anita Cantini che è stata una vera spina nel fianco per tutta la gara tra Silvia ed Evelin.

Per gli uomini, la partita sembra essere inizialmente dominata da tre stranieri: il tedesco Finkebmerg, Aron Lisi dalla Repubblica Ceca e l’esperto greco Thoefanidis. Le sfide e i workout sono avvincenti e le corse finali a raggiungere la finish line molto spettacolari. Per la prima volta poi a Battledrome si sono usati i chip per prendere i tempi, allacciati alle caviglie come ai Games anche se nessuno si è cimentato in scivolate acrobatiche sulla finish line. Una tecnologia, questa, che permette precisione nei rilevamenti utilizzata in moltissimi altri ambiti come gare di ciclismo professionistiche.

Alla fine del Day 2 si è un po’ tutti con il cellulare in mano a controllare se le previsioni del tempo per domenica fossero in qualche modo cambiate.

L’ultimo giorno, il diluvio finale

La giornata di domenica parte con un cielo plumbeo lasciando presagire una carica di pioggia rabbiosa verso il primo pomeriggio come da previsioni.

I workouts della mattina riescono a procedere sia per i Teams che per gli Individuals rispettando appieno la timeline ma sapendo già che di lì a breve qualcosa sarebbe successo.

Dopo mezzogiorno le nuvole iniziano piano piano a scaricare pioggia. Le pedane per effettuare il Complex (Squat Clean e Hang Squat Clean) sono preventivamente posizionate ai lati esterni del campo gara a ridosso del parquet della storica pista di ciclismo, sotto la tettoia. Si arriva ad effettuare l’ultima Heat degli Intermediates e l’Head Judge decreta la sospensione momentanea della gara.

La pioggia, iniziando ad invadere parte delle pedane ed aumentando costantemente, non permette più di procedere in sicurezza. Si ripartirà nel primo pomeriggio.

Così Luca Morassutto, Head Judge di Battledrome e di molte delle più importanti gare italiane, spiega il momento ai nostri microfoni post gara:

Credo di essermi guadagnato negli anni la nomea di fare questo lavoro con assoluta passione. Se c’è una cosa che non farei mai è mettere a repentaglio la sicurezza degli atleti. Quando nell’ultima Heat le pedane hanno iniziato a bagnarsi le abbiamo asciugate ed erano ancora praticabili in sicurezza.

Quando la pioggia poi ha iniziato ad inclinarsi e a bagnare le pedane, ho sospeso la competizione

Luca Morassutto – Head Judge

Gara sospesa per poi riprendere alle 14.00 con le ultime 3 Heat mancanti quali Master 35 ed Elite. In realtà poi le Heat saranno di più perché la gara viene ripresa sotto il lato della tribuna principale del Velodromo, sezione che garantiva l’assenza di acqua sulle pedane per effettuare il Complex ma, che per motivi di spazio, sono state ridotte come numero anche per accogliere la “nuova” area warm up.

Workout salvo e chili che volano fino a raggiungere i 150 da 3 atleti: Andrea Russo, l’inglese Dyon Christopher e Danny Facciolini. Rimonta di giornata per il campano Marco Lucibello che strappa un bel 3°posto overall. In mattinata furono Silvia Licchelli e Anita Cantini a vincere il wod con 95kg a testa. Con questo risultato Silvia consolida la prima posizione mentre Anita conquista il secondo posto overall per 1 punto su Evelin Meler.

Che la finale non venisse fatta lo si sarebbe però capito già dal mattino dal momento che trapelavano rumors incessanti sulle tribune per le sorti del pomeriggio. E così è stato come da comunicazioni ufficiali. Battledrome chiude senza workout di finale, impossibile farlo in queste condizioni che peggioravano di minuto in minuto.

Se c’è qualcosa che poteva andare storto, il tempo ha fatto di tutto per aiutare le sorti di Battledrome ad un week end dolce e amaro.

Le critiche sono sempre più rumorose dei complimenti ma è giusto accettarle per crescere e migliorare. Molto critico uno dei protagonisti, Theofanidis, che perdendo il podio all’ultimo in favore di un ottimo Marco Lucibello (3°overall) in rimonta, chiede sui social “…come sia possibile fermare una competizione per un’allerta meteo che si conosceva da giorni” per poi concludere domandandosi provocatoriamente, di nuovo, “se fosse piovuto così per 3 giorni consecutivi non ci sarebbe stato nessun evento e il vincitore per sorteggio?

Altri, a difesa, fanno notare che arriviamo da un momento, quello post Games, dove tutti giustamente richiedono più sicurezza e scandalizzati si grida allo stop laddove non ci siano le condizioni adeguate per continuare e quando lo si fa, scoppia la polemica. Fermarsi non piace a nessuno ed è capibile che alimenti malumori.

Il dibattito post gara si sposta su eventuali piani B. Difficile riuscire a stilare dei veri piani di contingency per ogni evenienza in un campo gara totalmente all’esterno al centro di Milano. Ancora più difficile avere in prelazione un altro palazzetto; proibitivo visto i costi di Milano. Indipendentemente da quello che l’organizzazione poteva fare di diverso “pur conoscendo le previsioni da giorni“, il leitmotiv di molti, fa riemergere l’importanza di avere per lo meno degli scenari formalizzati nel Regolamento soprattutto per quanto riguarda una gara in esterna e dei canali di comunicazione efficaci con informazioni complete.

Se alcuni hanno sollevato perplessità generali, altri atleti sono comunque usciti soddisfatti seppur bagnati. Il week end ha scoperchiato i limiti di una location esterna a Milano seppur monumentale come il Vigorelli; è possibile ipotizzare in un cambio di rotta?

Chi vuole bene alle gare italiane e al movimento non può che sperare che Battledrome possa avere l’anno prossimo sorti migliori e noi ce lo auguriamo.

Insomma, Battledrome fa parlare di se.

I podi per categoria di Battledrome 2024.

Elite F

Elite M

Intermediate F

Intermediate M

Scaled M

Scaled F

Master 35

Team Intermediate

Team Scaled

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CrossFit lover over years with hystorical passion for sports, analysis and journalism.
Training early morning, working class for an Investment Banking daily, writing something on the blog late.
Founder of Dummies at the Box italian crossfit blog

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