Alzi la mano chi non ha mai provato gratificazione nel guardarsi allo specchio dopo qualche mese di CrossFit®!

Seppure il motivo dell’iscrizione al vostro box possa essere stato diverso (la voglia d’imparare una nuova disciplina; il desiderio di conoscere nuove persone; il coraggio di mettersi alla prova), bisogna pur riconoscere che uno dei primi effetti che risalta all’occhio di ogni neo atleta è il cambiamento del proprio corpo.

Il CrossFit® è uno sport caratterizzato per la sua combinazione di esercizi ad alta intensità e varietà che mostra risultati tangibili: non solo in termini psicologici (come maggiore autostima, incremento del senso di autoefficacia) ma anche in termini di forma fisica.

Tuttavia, è opportuno analizzare come a volte in questo equilibrio corpo – mente ci sia il rischio di spostarsi e polarizzarsi più su un versante: l’aspetto fisico.

Come già osservato in uno studio di Furstova et al. (2019), la pressione di raggiungere determinati standard estetici nelle palestre può contribuire allo sviluppo di una percezione distorta del proprio corpo e questo può essere ulteriormente amplificato in ambienti competitivi.

Senza girarci intorno, di cosa si parla?

Il disturbo della percezione corporea è una condizione in cui una persona ha una visione distorta o non realistica del proprio corpo. Questo può manifestarsi in varie forme, come la percezione di essere sovrappeso, nonostante un peso corporeo normale, oppure sottovalutare il proprio peso o la propria forma fisica.

Arrivati a questo punto, vi starete chiedendo che cosa possa c’entrarci tutto questo col CrossFit.

  • Ebbene, uno studio condotto da Smith e colleghi (2019) ha esplorato la correlazione tra la pratica del CrossFit® e la percezione corporea in un gruppo di individui. I risultati hanno mostrato che, sebbene la maggior parte dei partecipanti abbia riportato benefici fisici e psicologici dall’allenamento, c’era anche un piccolo numero di individui che aveva una percezione distorta del proprio corpo.
  • Un altro studio condotto da Rossi et al. (2020) ha evidenziato, sempre all’interno della popolazione praticante CrossFit®, come la pressione per raggiungere determinati standard estetici possa contribuire allo sviluppo di una percezione distorta del proprio corpo. Questo potrebbe essere legato alle “subculture” presenti all’interno dei box, dove la prestazione e l’aspetto fisico sono spesso valorizzati secondo credenze e bias cognitivi di quel gruppo specifico (Williams et al., 1996; Brewster e Moradi, 2010; Smith et al., 2013; Tylka e Hill, 2004; Tiggemann e Williamson, 2000).
  • Inoltre, è possibile aggiungere che le donne sono soggetti maggiormente sensibili a causa dell’esposizione alle pressioni sociali e culturali basati su canoni estetici irrealistici (Thompson e Heinberg, 2017). In particolare, si è osservato che le donne praticanti CrossFit® avessero più probabilità di sviluppare preoccupazioni riguardo al loro aspetto fisico rispetto alle altre praticanti diversi tipi di sport (Martinez et al., 2021).

È da precisare che, nonostante questi studi indichino una possibile correlazione tra CrossFit® e sviluppo del disturbo della percezione corporea, vi sono anche molteplici fattori che influenzano quest’ultimo, inclusi quelli genetici, ambientali e personali.

Certamente, la natura di questo articolo non è quello di ingenerare allarmismi, bensì illustrare e creare maggiore consapevolezza su come questo fenomeno possa nascere. Come tutti i comportamenti che rientrano in uno stile di vita sano, gratificante e motivante, se l’attenzione sul proprio aspetto corporeo dovesse diventare un pensiero inflessibile e rigido, potrebbe produrre degli effetti negativi sulla persona sfociando in vero e proprio disagio psicologico.

Tra i fattori di protezione bisogna ricordare, in primis, l’individuo con le sue risorse, ma anche il ruolo giocato dai coach e dalla community, i quali essendo l’anima “viva” di questo sport, sono anche portavoce del suo valore intrinseco: il benessere di ogni atleta.

E tale benessere non si basa solo sulla forma fisica: al centro c’è l’individuo a 360°.


Not just performance: a spotlight on body-mind balance and body perception disorder in CrossFit®.

Raise your hand if you’ve ever felt dissatisfaction looking in the mirror after a few months of CrossFit®!

Even though the reason for joining your box might have been different (the desire to learn a new discipline; the wish to meet new people; the courage to challenge yourself), it must be acknowledged that one of the first effects that catches the eye of every newcomer is the change in their body.

CrossFit® is a sport characterized by its combination of high-intensity exercises and variety that show tangible results: not only in psychological terms (such as increased self-esteem, enhanced sense of self-efficacy) but also in terms of physical fitness. However, it’s important to analyze how sometimes in this body-mind balance, there’s a risk of leaning more towards one aspect: the physical appearance.

As observed in a study by Furstova et al. (2019), “the pressure to achieve certain aesthetic standards in gyms can contribute to the development of a distorted perception of one’s body, and this can be further amplified in competitive environments.”

Without beating around the bush, what are we talking about?

Body perception disorder is a condition in which a person has a distorted or unrealistic view of their own body. This can manifest in various forms, such as perceiving oneself as overweight despite having a normal body weight or undervaluing one’s weight or physical shape.

At this point, you might be wondering what all this has to do with CrossFit®.

  • Well, a study conducted by Smith and colleagues (2019) explored the correlation between CrossFit practice and body perception in a group of individuals. The results showed that while most participants reported physical and psychological benefits from training, there was also a number of individuals who had a distorted perception of their own body.
  • Another study conducted by Rossi et al. (2020) highlighted, still within the CrossFit® practitioner population, how the pressure to achieve certain aesthetic standards can contribute to the development of a distorted perception of one’s body. This could be linked to the subcultures present within the boxes, where performance and physical appearance are often valued according to the beliefs and cognitive biases of that specific group.
  • Furthermore, it can be added that women are more sensitive due to exposure to social and cultural pressures based on unrealistic aesthetic standards. In particular, it has been observed that women practicing CrossFit® were more likely to develop concerns about their physical appearance compared to female practitioners of different sports.

It should be noted that, although these studies indicate a possible correlation between CrossFit® and the development of body perception disorder, there are also multiple factors influencing the latter, including genetic, environmental, and personal factors.

The purpose of this article is not to generate alarm, but rather to illustrate and raise awareness of how this phenomenon can arise. Like all behaviors that fall within a healthy, rewarding, and motivating lifestyle, if the focus on one’s physical appearance were to become an inflexible and rigid thought, it could produce negative effects on the individual, leading to psychological distress.

Among the protective factors to be remembered, first and foremost is the individual with their resources, but also the role played by coaches and the community, who, being the “living” soul of this sport, are also spokespersons of its intrinsic value: the well-being of every athlete.

Such well-being is not based solely on physical fitness: the individual is at the center in all dimensions.

Conosce il CrossFit® per caso, in mezzo al deserto, se ne innamora.
Le piacciono i legami che nascono nei box, luogo in cui passa tanto tempo.
Porta sempre con sé i suoi dumbbell personali di 8 e 6 anni.
Strizzacervelli.
Curiosa.
Ama osservare e condividere le interazioni tra mente e CrossFit®. Come lo fa? Grazie a Dummies at the Box

Psicologa - Esperta in valutazione Stress Lavoro-Correlato

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