Antonio Silvestro e Giada Cerpolloni ci parlano dei Wheelwod, tra mancanze organizzative, location sotto tono, svetta la forza della Community italiana di CrossFit® Adaptive.

Nell’ultimo articolo abbiamo brevemente accennato al fatto che i CrossFit Games formato spezzatino hanno lasciato delle perplessità sia verso chi assisteva alla gara sia verso i diretti partecipanti.

Diretti partecipanti che abbiamo avuto modo di sentire in esclusiva per capire l’aria che si respirava nell’evento conclusivo di questi CrossFit Games 2024: Wheeelwod con gli atleti Adaptive. Quindici categorie per 10 atleti M e F in un susseguirsi incessante di heat e workouts per quattro giorni presso l’ Henry B Gonzales Convention Center di Sant Antonio (Texas).

Ferma e salda è l’importanza dell’evento. Non si discute che è insindacabile l’effetto benefico sul movimento Adaptive che ha una competizione come questa indipendentemente da quanto viene scritto o riportato sulle nostre pagine. Con l’articolo di oggi vorremmo fare anche luce su ciò che è stato ma anche su quello che ci si aspettava che fosse, un sentiment comune a molti.

L’esperienza vissuta dai ragazzi italiani è comunque stata molto positiva e fondamentale per il movimento Adaptive nostrano che ha saputo unirsi e portare a casa dei risultati incredibili in un evento che rimane la principale gara per la categoria e che 5 ragazzi hanno avuto l’onore di calcare.

Dai limiti organizzativi riscontrati all’esperienza sportiva fantastica di questi CrossFit Games Adaptive

La parola agli atleti su come hanno vissuto questi CrossFit Games Adaptive.

Antonio Silvestro (2x CrossFit Games Adaptive) 6° overall e unofficial capitano della spedizione italiana ci lascia le sue inesorabili impressioni facendo in qualche modo un paragone con quanto vissuto l’anno precedente con l’esperienza ancora nel cuore di Madison.

  • La prima sensazione a caldo sull’evento: la parte positiva sicuramente l’inclusività con l’inserimento di nuove categorie con disabilità. Inclusione che poi non è stata confermata con l’organizzazione. Organizzazione che non è sicuramente degna di un evento mondiale.

Antonio prosegue dando qualche dettaglio tra area warm up e location oratoriale:

  • Livello dei dettagli e logistico pari forse a quello di una media gara nazionale, parlerei di un livello basso. La location esterna fatta in un campetto quasi da oratorio con un’area warm up praticamente inesistente. Quel giorno c’erano i 3 monostrutturali, vogatore, ski e echo bike e nell’area warm up era presente solo un vogatore e un echo bike senza display mentre lo ski erg non era neanche presente. Identica situazione per i giorni successivi dentro al Convetion Center. Area warm up con due postazioni per riscaldarsi. Pessimo.

Purtoppo le sorprese per gli atleti non sono solo di carattere logistico ma anche di comunicazione sulla schedule dei wod e sui briefing fatti e non fatti:

  • Avevamo una timeline formalizzata sui canali ufficiali e inviata anche a noi. Alla sera del giovedì, alle 23:30 ci comunicano che i workout che avremmo dovuto fare il giorno successivo sarebbero stati spostati al sabato e quelli del sabato anticipati al venerdì! Tenendo in considerazione che il giovedì avevamo già fatto tutti i briefing per i workouts del giorno successivo. Di fatto venerdì abbiamo fatto 2 wod senza fare un briefing se non quello appena prima di entrare sul campo gara.

Continua Antonio a tutto campo tra doping e fornitura dell’abbigliamento. Ricordiamo che gli atleti avrebbero dovuto indossare le maglie ufficiali per tutti i giorni di gara ma, come detto mesi fa nel nostro Podcast, il timore era quello che non sarebbero bastate le magliette.

  • Nessun antidoping previsto, pertanto si aveva la sensazione che era tutto diciamo così, libero… Giovedì libero arbitrio su cosa indossare, poi abbiamo dovuto fare 5 wod con 3 magliette e non vi nego che ho dovuto gareggiare con una maglia che avevo già utilizzato il giorno precedente.

Non tutti gli esperimenti vengono bene ma tanto di buono c’è stato, in particolar modo la Community che si è creata, definita come Casa Italia tra lui, Giada, Veronica, Giuseppe e Luca e i risultati ottenuti che possono essere, e lo saranno sicuramente da volano per altri atleti di categoria

  • Con Madison purtroppo non va proprio neanche fatto il confronto perchè parliamo di due eventi di portata differente ma la cosa positiva è stata la Community italiana che abbiamo creato. Sono contento che per molti sia stato l’inizio di questo processo. Mi piace il clima che si è creato tra di noi con la speranza che in futuro altri si aggregheranno. Sono contento di far parte di questo team italiano adattivo, persone stupende con cui ho condiviso un sacco di emozioni positive. A casa si torna sempre con qualcosa in più, non va mai dimenticato a prescindere dal risultato sportivo.”
  • Chapeau a tutti noi davvero, credo che possiamo creare qualcosa di interessante sul nostro territorio. Oggi posso dire che qualcosa di buono per noi Adaptive può nascere, lo posso dire a gran voce anche confrontandosi con i ragazzi. Un inizio strutturale.

Antonio chiude 6° overall dopo che per tutto il week end era nelle posizioni da podio. Ci racconta cos’è accaduto.

  • Doppia analisi, bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Sicuramente sono un atleta più preparato, consapevole di quello che stavo facendo e di ciò che potevo dare. Ho mantenuto un’ottima posizione, 3°, fino all’ultimo workout. Ero primo fino a tre chest to bar finali dell’ultimo wod. Al settimo C2B, ne mancavano solo altri tre, il braccio mi ha abbandonato e ho addirittura chiuso ultimo e così ho finito sesto overall ma comunque mi sento molto ma molto più preparato.

Per Giada Cerpolloni, 2° overall, è stato un sogno che è diventato realtà e non dimenticherà mai l’esperienza e il senso di appartenenza che i Games sanno dare. Un grandissimo secondo posto overall per lei alla prima partecipazione ai Games anche se conferma in qualche modo qualche perplessità su quanto visto in Texas.

  • Sono d’accordo in linea di massima con quanto dice Antonio. Non posso fare paragoni con i Games dell’anno scorso ma avendo fatto diverse gare anche all’esterno mi aspettavo qualcosa di più perchè sono i GAMES. Mi aspettavo ad esempio una cerimonia dei vari Paesi partecipanti. Mi aspettavo un’area warm up diversa così come lo switch dei workout che c’è stato è qualcosa che secondo me non dovrebbe succedere. A livello organizzativo mi aspettato che si riuscisse nell’intento di far sentire di più che eravamo ai Games.

Al netto di quello che è stato o non è stato, Giada ci tiene a precisare che la Community che si è creata è la cosa più bella che lei (così come tutti gli altri atleti italiani) si porterà dentro per le prossime esperienze. Ricordiamo che Giada non è assolutamente novizia nelle competizioni internazionali.

  • Solo ora sto realizzando quello che sono riuscita a fare e ho sentito tantissimo la presenza della Community italiana, ma tanto tanto tanto. Ho sentito il mio box, la mia famiglia, ho sentito tutti voi. Se mi sentivo stanca mi ripetevo che dovevo farcela per la Community alzando quell’asticella per tutti. Abbiamo creato tra di noi un gruppo bellissimo che non dimenticherò mai.

Non poteva poi non approfondire il suo meraviglioso secondo posto che suggella una straordinaria stagione per lei.

  • Naturalmente è un sogno che è diventato realtà ma penso che la competizione sia stata molto molto di testa. I sintomi si sono fatti sentire soprattutto nel workout con i DB Snatch, Burpees e Ring Dip. Li il braccio destro mi si era addormentato e infatti due o tre rep le ho fallite. Non mi sono fatta prendere dall’ansia e ho continuato cercando di rimanere concentrata e attenta.
  • Quattro giorni belli, intensi con un lavoro prettamente mentale. Un lavoro di gestione delle emozioni perchè prima di entrare sul floor di gara bisognava riuscire a stare tranquilli, respirare e pensare il gesto che dovevo andare a fare immaginandomi il movimento ripetendomi che è un movimento che conosco, che ho sempre fatto. La gestione mentale delle emozioni, fondamentale.

Occorrerà cercare di tenere strette le cose positive che CrossFit® ci ha insegnato partorendo di fatto un nuovo sport che ha dato luce e speranza in molti atleti con difficoltà e disabilità.

Tutti sperano che si lavori sulle cose da sistemare e che venga coltivato ancora di più ciò che di positivo questo evento ha comunque trasmesso in favore della Community italiana (e non) ma siamo convinti che questi atleti meriterebbero lo stesso trattamento di tutti gli altri.

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CrossFit lover over years with hystorical passion for sports, analysis and journalism.
Training early morning, working class for an Investment Banking daily, writing something on the blog late.
Founder of Dummies at the Box italian crossfit blog

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