I risultati degli atleti italiani ai Games Adaptive tenutisi a Sant Antonio in Texas e le prime impressioni sull’evento più atteso di categoria
A Gennaio di quest’anno intitolavamo “Quando i CrossFit® Games erano… i CrossFit® Games” in un articolo che faceva già emergere un sentiment poi in parte confermato.
Finiscono così i CrossFit Games 2024 con l’ultima tornata dedicata agli Adaptive suddivisi in quindici categorie con 10 atleti M e F per ognuna di queste. Un totale di 300 atleti ma che poi in realtà sono risultati 272 in quanto 28 non si sono presentati.
Un’edizione caratterizzata dal famoso split, ribattezzato poi anche gastronomicamente spezzatino, dopo che sono state divise le categorie Age Group (Teen e Master) e Adaptive dall’evento principale dedicato agli Elite e Team a Fort Worth.
Un anno decisamente da rivedere partendo proprio dall’evento principale su cui CrossFit HQ aveva dedicato tutto i suo effort non solo comunicativo. Sappiamo com’è andata e per molti atleti i Games sono finiti dopo quel maledetto primo wod.
Master, Teen e Adaptive hanno così avuto un evento tutto loro con molti slot in più rispetto al recente passato rinnovando la promessa di CrossFit HQ nel dedicare uno spazio altrettanto di valore. Di fatto CrossFit ha esternalizzato gran parte dell’organizzazione degli eventi rispettivamente ai Legend, PitTeen e Wheelwod che hanno fatto quello che hanno potuto con le risorse a disposizione.
Dei Master ne abbiamo già parlato in questo articolo sollevando qualche perplessità sul contesto generale, ma anche qualche fattore positivo, e sulle promesse in relazione alla ratio con cui è stata “venduta” questa divisione.
Questo week end invece è stata la volta, appunto, degli Adaptive; è stato il week end dei nostri 5 atleti che sono volati fino a Sant Antonio Texas per prendere parte ai CrossFit Games by Wheelwod.
I risultati dei nostri atleti Adaptive:
- Giada Cerpolloni – 2° overall
- Veronica Bandera – 9° overall
- Antonio Silvestro – 6° overall
- Luca Bonomo – 6° overall
- Giuseppe Ciullo 3° overall
I ragazzi, così come i loro coach, sono ovviamente soddisfatti delle prestazioni per una spedizione italiana che ha messo a segno risultati importanti per un movimento, quello Adaptive, in netta crescita tanto che alcuni noti training designer hanno affiancato la stesura di una programmazione dedicata parallela a quella classica.
Abbiamo visto fare cose pazzesche a tutti con qualche punto di domanda sugli standard e sui workout proposti che dovevano in qualche modo “accontentare” le miriadi di categorie adattive di quest’anno. Ad esempio nella categoria Below Knee Lower Impairment abbiamo notato che nei workouts che prevedevano un ergometro alcuni atleti avevano una protesi e altri no, cosa che ha inciso nelle prestazioni. Ad esempio abbiamo notato che Luca Bonomo sul vogatore non aveva la protesi adatta ad articolare il ginocchio e questo l’ha un po’ penalizzato rispetto ad altri atleti che ne indossavano una che gli consentiva in qualche modo di sfruttare anche parte dell’altro arto dando una maggiore simmetria al corpo e transfer nella fase di spinta della vogata.
Chi anche distrattamente avrà provato a dare un occhio alla gara, non poteva non rendersi conto delle difficoltà con cui certi ragazzi affrontavano le prove e con quale altrettanta tenacia andavano a concluderle. Impressionanti i movimenti di ginnastica con un braccio solo (provate voi a fare pullups o toes to bar con una mano sola). Galvanizzanti i massimali di Clean che i ragazzi in sedia a rotelle eseguivano praticamente in muscle.
Le perplessità sull’evento
L’esperimento di CrossFit nel suddividere le categorie in vari eventi differenti aveva già lasciato qualche perplessità nel momento dell’annuncio che sono state poi confermate anche per bocca degli atleti stessi prima della partenza.
L’evento si teneva al Henry B Gonzales Convention Center di Sant Antonio (Texas), non certo un palazzetto sportivo ma un centro congressi come il nome fa facilmente intuire.
Campi multifunzione riadattati a floor di CF come talvolta vediamo alle gare di medio livello e la mancanza di spalti per assistere come pubblico non trasudava di grande appuntamento e non favoriva un’atmosfera da Games almeno quelli che siamo stati abituati a vedere e che Antonio Silvestro ha avuto la fortuna di calcare lo scorso anno a Madison dentro il Coliseum.
Non era certo la location che dava il senso di essere arrivati al gota del fitness mondiale a partire anche dalla fornitura data agli atleti che non copriva tutti i giorni di gara ma niente paura, come annunciato via mail agli atleti e confermato da Antonio Silvestro in un nostro Podcast, erano disponibili lavatrici ed asciugatrici comuni.
Rivedi qui l’intervista pre CrossFit Games con Antonio Silvestro
Discreta la copertura YouTube, forse anche meglio rispetto a quella proposta ai Legend per i Master con inquadrature sia fisse che con telecamere mobili che seguivano bene gli atleti sul floor.
Abbiamo sentito dire da molti che i veri Games erano un’altra cosa, che gli atleti partecipanti erano anche troppi per poter parlare di elite del fitness mondiale. Altri ancora sostenere che in fin dei conti avere degli eventi dedicati con più slots ha fatto bene al movimento sia Master che Adaptive dando loro una visibilità e dignità a se stante rispetto agli Individuals che inevitabilmente attiravano la gran parte delle attenzioni nel vecchio format.
Come si suol dire in questi casi, mala tempora currunt e qualcosa da correggere effettivamente c’è. Molti di coloro che si aspettavano delle vere e proprie rivoluzioni dopo quello che è successo a Fort Worth il 6 agosto oramai si accontenterebbero anche di un segnale di cambiamento. Difficile oramai ipotizzare delle rivoluzioni.
A breve vi porteremo le sensazioni di alcuni diretti protagonisti dell’evento di Sant Antonio.
Continua a seguirci….