Ripercorriamo i nostri risultati in una delle principali gare europee intervistando Elisa Fuliano e Lele Viscale
Al German Throwdown 2022 gli italiani sono stati protagonisti indiscussi: in tutte le categorie, Individual, Master o a Team, hanno dato filo da torcere e hanno dimostrato che il movimento italiano non è solo vivo, ma competitivo e agguerrito (trovi qui le classifiche).
Non potevamo intervistare tutti, ma abbiamo scelto due atleti che rappresentano Intermediate, Team ed Elite:
- Lele Visicale, trentenne siracusano, che con 3 lombardi doc come Matteo Falgari, Gloria Corbetta e Roberta Pizzigalli ha chiuso terzo categoria team Intermediate, sotto l’egida di CrossFit® Brembo.
- E ovviamente lei, Elisa Fuliano: sì, lo so che la conoscono tutti, ma ragazzi, non potevo perdermi l’occasione di intervistare la vincitrice categoria Elite. Che poi “vincitrice” è pure un po’ poco: la nostra Eli ha dominato la competizione, nonostante il diciannovesimo posto al wod 3, di cui parleremo diffusamente più avanti.
Team Intermediate – le soddisfazioni arrivano a tutti i livelli
Andiamo con ordine: partiamo dal mitico Lele, già da noi intervistato a inizio anno quando, ancora con Matteo Falgari e con la compaesana Chiara Calabrò aveva dominato la categoria Regular di Fall Series Throwdown.
Non nego che mi aspettavo di ritrovarli in categoria Elite, e quindi come mai non c’erano? Ne hanno parlato, ci hanno pensato: in accordo con coach B., al secolo Benedetto Salvo, hanno deciso che non era ancora il momento per spingere così forte.
In realtà hanno avuto ragione: la categoria regina, in Europa, è un livello sopra il panorama italiano (e comunque ci hanno pensato i ragazzi di Verbania, i fratelli Ferrero con Husson e Van Overveld, ad andare a podio, terzi). Il nostro Team Max Effort System è arrivato terzo regular, togliendosi enormi soddisfazioni: vinto un wod (il quinto) e sopravvissuti al day one, quando in particolare il secondo e terzo workout hanno letteralmente devastato i ragazzi.
Ancora il terzo wod, direte voi: beh, i più attenti lo avranno notato di sicuro, anche seduti sul divano con la copertina del sabato pomeriggio – ci sono stati ben tre ergometri! Una mazzata: 500mt skierg, 500mt row, 1000mt bike, da fare tutti e 4 in un time cap di 8’, che diventava di fatto 6 per la seconda coppia di atleti che poteva partire una volta che i primi due avevano chiuso lo skierg. Si era già visto a Dubai nel 2018 e la gente (tipo Matt Fraser, per esempio) era morta molto male.
Il bello di gareggiare in Europa
Di fronte a un wod così, da preparare bene, la domanda sorge spontanea: come eravate messi ad area warm-up? Lo sappiamo che in tantissime gare, italiane e non, questo è un argomento piuttosto spinoso, perché per gli organizzatori è difficile mettere a disposizione spazio e strumentazione coerenti alla platea di atleti. In Germania a quanto pare questo problema non c’è: tutti avevano a disposizione tantissimo materiale, e c’erano due zone, in pieno stile Games: area di pre-warm-up e area di warm-up vero e proprio.
Un’altra cosa che ha impressionato i nostri ragazzi è stato il pubblico: il palazzetto era strapieno, tanto che vedere la finale elite è stata un’impresa. Beh, io e Carlo ne abbiamo parlato proprio pochi giorni fa: dobbiamo riuscire anche in Italia a ottenere questo risultato. Non è facile, c’è sicuramente una questione di cultura sportiva che ci differenzia dagli altri Paesi, perché da noi si tifa pro qualcuno e contro qualcun altro, manca un po’ la passione per lo spettacolo sportivo a prescindere.
Il momento della Campionessa Elisa Fuliano
A proposito di gare italiane, rivedremo mai Elisa Fuliano su un floor di casa nostra?
La risposta è dispiaciuta ma sicura: è quasi impossibile.
Non che le gare italiane siano fatte male, anzi, ma hanno quasi tutte un taglio nazionale e “medio”, così i grandi atleti spesso non arrivano e il livello della competizione, per forza di cose, si abbassa. Tornano i soliti temi: troppe gare disperdono le competenze, il pubblico e gli stessi atleti non sanno dove andare, gli sponsor danno poco a tutti e quindi non ci sono premi in denaro sostanziosi per chi vuole fare questo di lavoro.
Lo ha detto settimana scorsa Marincenco, lo ripete oggi Elisa: se si vuole fare qualcosa di grande in Italia bisogna superare il localismo e organizzare un evento internazionale. Ci riusciremo?
La Gara di Elisa Fuliano
Elisa: dolce e simpatica come sempre fuori dal floor, una tigre sul campo gara. Hanno studiato tutto molto bene con coach Teo e il team di Demantur: la strategia era una e unica, vincere.
C’erano, di fatto, due grossi ostacoli: il wod 3 (stesso dei team, ma con 7’ time cap) e le avversarie, molte delle quali atlete Semifinals. E in effetti, nel wod 3 qualche problema c’è stato; Eli ha dato tutto (ma su questo non c’era dubbio) e ha fatto un risultatone, ma le altre erano davvero grosse e alla fine ha chiuso diciannovesima.
Dopo aver vinto tutto nella prima giornata, l’ha chiusa così al terzo posto in classifica, ma nessun rimpianto – si sapeva, doveva andare così!
Day 2, altri due wod e la finale: vittoria, vittoria e wod conclusivo che diventa di fatto una passerella, perché Eli ha già vinto e non avrebbe nemmeno bisogno di scendere sul floor. Poi si è sbattuta anche in finale, voleva chiudere in bellezza, e infatti è arrivata seconda.
Riflessioni sul risultato
Ora voglio che tutti voi che siete arrivati a leggere fino qui vi fermiate un momento e pensiate al significato di questo risultato: UNA RAGAZZA ITALIANA, PRIMA AL GERMAN THROWDOWN, CATEGORIA ELITE.
Pensateci, perché non possiamo sottovalutare questo risultato. Mi sento di dire, senza tema di smentita, che stiamo parlando di una delle tre gare principali in Europa, probabilmente la seconda, per alcuni addirittura la prima.
Ora, non sarà facile tornare ai Games: l’Europa potrebbe avere ancora 10 slot, ma potrebbe anche averne meno (o di più, rivedete l’articolo di Carlo per approfondire); in ogni caso, tutte le 60 ragazze Semifinals competeranno sul medesimo floor di gara, negli stessi giorni.
Significa che ci saranno la Migala, le Dottir (pure Annie pare che torni, e poi ci saranno Sara e Katrin con giusto un po’ di rabbia addosso), la Horvat e tutte le gigantesse del nostro sport. Si allenano in America e torneranno con la bava alla bocca.
Quindi no, non sarà facile. Ma ragazzi, questa ragazza in Germania ha stravinto, stravinto! Se non le mettiamo in lei, tutte le nostre speranze, non so proprio in cos’altro credere…
Conclusioni
Nel frattempo, andrà a Miami e si farà sia individual (wild Card), sia team. Così, tanto per ricordarci che forse il wod della classe delle 19 non è poi così devastante 😉
Che cosa devo aggiungere ancora? Che la sosterremo non c’è nemmeno da dirlo, che speriamo di essere al suo fianco in ogni passo di questa sua meravigliosa carriera è scontato, come è al suo fianco chi ha sempre creduto in lei: Coach Teo e il suo Demantur Program, già citati, ma anche Foodspring (che ha vinto anche nel maschile, con Fiebig) e Apes Lab.
Grazie Elisa, grazie Lele e grazie a tutti questi ragazzi che ci fanno vivere queste emozioni!