La community si interroga sulle mosse di CrossFit®. Aperta un’indagine interna affidata ad un ente terzo dopo la morte di Lazar e chieste da PFAA le dimissioni di Castro.

Sono passate due settimane dalla morte di Lazar Ðukic ai CrossFit Games 2024. Quel maledetto giovedì mattina dell’8 agosto ancora è sotto gli occhi di tutti, soprattutto di chi era presente.

Sappiamo tutti come sono andate le cose, Lazar è deceduto nel lago Marine Creek Lake di Fort Forth. Un avvenimento che ha segnato non solo i partecipanti diretti dei CrossFit Games ma soprattutto la Community mondiale che chiede a gran voce giustizia, chiarezza e sicurezza a partire dall’associazione presidiata da Brent Fikowski e altri noti crossfitter (PFAA) che ieri chiedono formalmente le dimissioni di Dave Castro dal suo ruolo.

I punti del disastro sono stati tanti (rileggi qui l’articolo) ma uno su tutti spicca nell’imbarazzo e rabbia generale che atleti presenti gridano a gran voce: la mancanza di presidi di sicurezza minimi tali da garantire il soccorso all’atleta. Nei giorni a seguire gli atleti non hanno perso occasione di continuare a far sentire la loro voce condividendo testimonianze di ciò che hanno vissuto e di quello che hanno visto facendo emergere di fatto la poca accortezza in tema di sicurezza per l’evento in acqua da parte dell’organizzazione.

L’altro aspetto su cui si concentrano molte osservazioni e commenti è l’ammissione di colpa di chi ha organizzato l’evento che, di fatto, non c’è stata, attendendo giustamente e fiduciosamente che le indagini facciano il suo corso.

Cosa sappiamo sulle indagini in corso sulla morte di Lazar

Cosa sta succedendo sul filone delle indagini sulla morte del povero Lazar?

Posto che chi scrive non ha le basi giuridiche, soprattutto in tema di giurisdizione locale, per descrivere e valutare cosa stia realmente accadendo e come le indagini stiano proseguendo in funzione delle normative americane, possiamo semplicemente provare a descrivere quello che trapela dalle fonti locali e dai comunicati ufficiali che CrossFit LLC ha diramato.

  1. Il giorno seguente la perdita dell’atleta serbo, il CEO Don Faul dichiara l’apertura di un’indagine interna attraverso un organo indipendente.
  2. Qualche giorno fa, sempre Don Faul, con una email agli atleti rileva qualche dettaglio in più su questa indagine facendo sapere che a capo di essa c’è Peter Edge della Controlled Strategies. Praticamente CrossFit LLC ha ingaggiato Sir. Peter Edge per effettuare un audit a 360°, una sorta di consulenza privata. Per semplicizzare, sperando di non banalizzare troppo, il tutto può essere paragonato ad perizia privata, molto comune negli US in questi casi.

Chi è Peter Edge? Qualche informazione dalla sua bio

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Peter Edge è CEO, co-fondatore e membro direttivo di Controlled Strategies, una società di consulenza, e in precedenza ha lavorato come vicepresidente della sicurezza aziendale/responsabile della sicurezza presso Conduent, un’azienda globale che fornisce supporto commerciale back-end alle società Fortune 500. Conduent conta 68.000 dipendenti in tutto il mondo. Prima di lavorare presso Conduent, Edge ha lavorato presso la SOSI, una società di appalti pubblici che forniva assistenza sia nel settore della difesa che in quello civile. Edge è un leader comprovato e rispettato nella comunità internazionale delle forze dell’ordine e un esperto riconosciuto a livello mondiale in materia di sicurezza interna, in particolare di sicurezza delle frontiere, compresi i reati finanziari, le violazioni doganali, il furto di proprietà intellettuale, le frodi all’immigrazione, l’applicazione della legge sull’immigrazione e il traffico di esseri umani.

In precedenza è stato membro del Senior Executive Service del governo degli Stati Uniti con oltre 32 anni di esperienza nelle forze dell’ordine federali e statali in materia di indagini penali e sicurezza delle frontiere e ha concluso la sua carriera nelle forze dell’ordine federali ricoprendo il ruolo di vicedirettore ad interim dell’U.S. Immigration and Customs Enforcement.

Inoltre ha un incarico permanente come direttore e amministratore delegato dell’Homeland Security Investigations (HSI), la seconda componente investigativa criminale più grande degli Stati Uniti e il principale braccio investigativo del Dipartimento di Sicurezza Interna degli Stati Uniti (DHS).

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I dubbi sulla consulenza indipendente avviata da CrossFit®

Mr. Peter Edge ha un curriculum di tutto rispetto in campo investigativo con una forte esperienza in campo governativo.

  • Conoscerà altrettanto bene il mondo degli eventi sportivi e i sui standard di sicurezza?

Inoltre Peter Edge, come si legge, ha un ruolo permanente come “director e chief executive” per Homeland Security Investigations il cui maggior dipartimento interno è la US Border Patrol, noto sponsor dei CrossFit Games.

  • Sarà veramente indipendente e priva di conflitti (e di bias) una consulenza affidata a qualcuno che ha o ha avuto dei rapporti diretti o indiretti con uno sponsor del committente?

Tutti negli Stati Uniti confidano nell’estrema integrità e professionalità di Edge ma qualcuno se lo sta chiedendo.

L’oggetto esatto ed il perimetro della consulenza non lo sappiamo; in sostanza non sappiamo se l’audit ha lo scopo di determinare quelle che sono le potenziali responsabilità penali/civili in capo al committente in funzione della normativa locale e dei requisiti minimi richiesti (se presenti) per un’evento del genere e della condotta dell’organizzazione.

  • E’ lecito aspettarsi che il commissionario (la società terza incaricata) possa comprovare in qualche modo che il committente (CF) è responsabile o quantomeno co-responsabile della morte di Lazar?
  • E’ lecito aspettarsi che il commissionario provi che il committente è gravemente inadempiente, anche dal punto di vista giuridico, per non aver provveduto a strutturare dei presidi appropriati ed adeguati in proporzione al rischio?
  • E’ lecito aspettarsi che il commissionario provi che il committente possa essere legalmente perseguibile?
  • Si può considerare, quindi, veramente indipendente uno studio privato pagato dal committente?

Soprattutto poi non conosciamo quelli che saranno gli output dell’attività affidata alla Controlled Strategies: da quello che siamo riusciti a ricostruire, l’audit dovrebbe far luce sulle cause, sui limiti organizzativi e sull’adeguatezza dei presidi messi in campo con la stesura di atti di remediation.

Sarà interessante capire cosa emergerà da questo audit e le tempistiche per ora ignote.

Parallelamente poi dovrebbero esserci le indagini delle Autorità. Da quanto si apprende da fonti locali (Fort Worth Star-Telegram) la polizia non avrebbe ancora aperto nessuna indagine formale fintanto che non verrà accertato che la morte di Lazar Ðukic è stata dovuta a cause diverse dalla “morte accidentale”.

Ulteriori novità in questo senso non ne abbiamo.

Gli altri fatti dalla comunità CrossFit® e la richiesta di dimissioni di Castro

  • Novità, viceversa, arrivano dalla Community che si sente in gran parte non in linea con la casa madre per quanto è successo a Fort Worth e per come è stato gestito tutto l’insieme. Come dicevamo nel precedente articolo è in atto un danno reputazionale enorme con conseguenze difficilmente prevedibili. E’ bene sempre distinguere il CrossFit® (metodologia ecc..) dai Games e sarebbe quanto mai ancora più importante dividere in modo netto le due anime anche da un punto di vista societario e di immagine (ne abbiamo parlato qui per primi in tempi non sospetti).
  • L’associazione PFAAProfessional Fitness Athletes’ Association – che raggruppa alcuni professonisti del fitness e atleti crossfit (una sorta di sindacato da non confondere con nessuna velleità di fondare una federazione), ieri ha diramato un comunicato in cui chiede, tra i vari punti, le dimissioni di Dave Castro. Quello che possiamo aggiungere è che non ci sarebbe stato bisogno che un’associazione, per altro non pienamente riconosciuta da CrossFit LLC, chieda le dimissioni. Quelle sarebbero dovute arrivare da Dave Castro volontariamente già due settimane fa! Quello che fa notizia è la vera presa di posizione degli atleti. Inoltre la PFAA chiede giustamente trasparenza sulle indagini e un team indipendente che in futuro collabori per strutturare e adeguare standard di sicurezza.
  • In termini di danno reputazionale, giusto un esempio: chi scrive lavora in un ufficio il cui piano è popolato da almeno 20 persone mediamente nessuna delle quali conosce il CrossFit® se non per sentito dire. Ora, al rientro dalle ferie, già la metà di questi colleghi conosce il CrossFit® solo per quanto è successo l’8 agosto e di come è stato mal gestito il tutto senza che il sottoscritto aprisse minimamente la discussione: è sufficiente sfogliare un qualsiasi notiziario ben più titolato di Dummies at the Box. Dal Corriere della Sera, la Repubblica, Gazzetta fino alla CNN, CBS e New York Times, tutti ne parlano.
  • Rompe il silenzio Rich Froning che dal suo account IG domanda provocatoriamente “nobody on this planet cares more about Games than @thedavecastro”. Si schiera contro o a favore?

Il danno c’è purtroppo.

  • In questo contesto, seppur i box affiliati che portano questo brand sono perplessi di come l’azienda ha gestito gli eventi in questione, all’unisono supportano CrossFit® come metodologia, come training e attività sportiva finalizzata al benessere, uscendo con comunicati che ben differenziano questo aspetto dai “CrossFit Games” e da quanto la società sia stata innegabilmente fallace in questo frangente. Distinguere i fatti e i soggetti coinvolti è importante anche se l’onda dell’emotività non è facile da placare.
  • Novità poi arrivano proprio da CrossFit®, e continuano a non essere particolarmente brillanti. Con uno statement via email impone lo stop (fino a differente comunicazione) di qualsiasi evento in acqua per le gare Licensed CrossFit. La email fa presupporre che si stiano strutturando delle linee guida sulla sicurezza (potenziale output dell’audit di Peter Edge e della sua Controlled Strategies?!). Di fatto questa imposizione non ha fatto altro che alimentare benzina sul fuoco e già alcune gare stanno pensando, se non già fatto, di de-affiliarsi togliendo il marchio CrossFit dal nome della propria gara mentre per altre, che avevano in programma un wod di nuoto, si apre uno snodo decisionale.
  • Il Wodapalooza SoCal ad esempio già il 14 agosto aveva deciso di non effettuare il wod in acqua indipendentemente dai successivi comunicati di CrossFit per rispetto degli atleti alla luce del fatto che molti di essi sono reduci proprio dai Games. Ricordiamo poi che il WZA NON è un’evento Licensed come molti possono erroneamente pensare seppur mantiene grossi legami con CrossFit; per cui la scelta di eliminare il nuoto è stata puramente di carattere indipendente. Inoltre è ampiamente noto come gli organizzatori del Wodapalooza siano in stretta collaborazione con il PFAA cui Presidente è Brent Fikowski.

Infine, aspettando di capire quanto saranno contenti gli sponsor di tutto questo putiferio, qualcosa ora deve succedere per salvaguardare i CrossFit Games nel prossimo futuro. Qualcosa deve cambiare se si vuole preservare il circuito di fitness competitivo più appassionante del mondo. Ne va dell’integrità del marchio CrossFit®, ne va del futuro di tanti atleti, ne va del lavoro di tante persone perché all’apice della Piramide proprio voi avete messo “Sport”.

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CrossFit lover over years with hystorical passion for sports, analysis and journalism.
Training early morning, working class for an Investment Banking daily, writing something on the blog late.
Founder of Dummies at the Box italian crossfit blog

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